Dopo il Texas Hold’em, l’Omaha è molto probabilmente, tra le varianti di Community Card Poker, il secondo gioco più conosciuto e praticato in assoluto. I due giochi, d’altra parte, si somigliano molto e nella loro reciproca diversità condividono molte dinamiche. L’Omaha, infatti, proprio come il poker texano, è una specialità di poker le cui peculiarità vengono esaltate nei grandi tornei, perché è un gioco che si adatta molto bene alle competizioni che coinvolgono un alto numero di giocatori. Non è un caso che generalmente i siti che consentono di giocare a Texas Hold’em online propongono anche dei tavoli di Omaha.
Le origini: come nasce l’Omaha
Tra il Texas Hold’em e l’Omaha c’è con molta probabilità un rapporto di derivazione diretta. L’Omaha, infatti, è un gioco che ripropone molte delle caratteristiche del poker texano. Questa variante nasce solo in tempi recenti e generalmente si ritiene che il suo debutto ufficiale sulla scena del poker risalga agli anni ’70 nei pressi di Detroit, la Motor City del Michigan sede della General Motors e della casa discografica Motown Records.
Agli inizi, il gioco era noto col nome di Two by Three e prevedeva che al giocatore venissero distribuite cinque carte personali in luogo delle attuali quattro. Questa regola, infatti, impediva che alle partite prendessero parte più di otto giocatori alla volta, quindi venne rivista dopo qualche anno. Tuttavia, ancora oggi, in Francia e Gran Bretagna ai giocatori di Omaha vengono distribuite cinque carte coperte. Prima del suo definitivo boom, comunque, il gioco era noto con varie denominazioni, tra cui Nine Card e Oklahoma Two by Three ad esempio.
Proprio in quegli anni, inoltre, con il nome di Omaha si individuava una versione di Texas Hold’em in cui il giocatore era obbligato ad abbinare le proprie due carte personali con tre delle carte comuni. Col passare del tempo, probabilmente all’inizio degli anni ’80, Omaha e Two By Three si fusero dando vita al gioco che oggi conosciamo. Per indicare la versione di Omaha con solo due carte personali, invece, oggi si usa l’espressione Greek Hold’em.
Come si gioca a Omaha: regolamento
Come si è già sottolineato, tra Omaha e Texas Hold’em sussistono parecchi elementi in comune ma anche diversi fattori distintivi. Innanzitutto, si tratta di un gioco di poker americano e in quanto tale prevede l’impiego di un mazzo di 52 carte. I punteggi sono quindi quelli tradizionali:
- Carta più alta o High Card
- Coppia o One Pair (due carte uguali)
- Doppia coppia o Two Pair (due coppie diverse)
- Tris o Three of a kind (tre carte uguali)
- Scala o Straight (cinque carte di valore crescente e consecutive, ma di seme diverso)
- Colore o Flush (cinque carte dello stesso colore)
- Full House (un tris e una coppia)
- Poker o Four of a kind (quattro carte uguali)
- Scala Reale o Straight Flush (scala con carte dello stesso seme)
- Scala Reale Massima o Royal Flush (Scala Reale formata da 10, Jack, Regina, Re e Asso dello stesso seme).
Ciascun giocatore riceve quattro carte private coperte che dovrà combinare poi alcune carte poste al centro del tavolo, ovvero le carte comuni. La principale caratteristica che differenzia l’Omaha dal Texas Hold’em risiede proprio nel modo in cui queste carte vengono gestite dal giocatore. Ogni punteggio, infatti, deve essere formato obbligatoriamente da tre carte comuni e due carte personali. Non è possibile quindi avere combinazioni costituite in modo diverso, cosa che è perfettamente lecita nella variante del Texas Hold’em. Questo aspetto deve essere tenuto nella massima considerazione quando si gioca, soprattutto se si è abituati a ragionare secondo il regolamento texano, poiché è facile commettere degli errori di valutazione, come si vedrà meglio quando si parlerà di strategie per l’Omaha.
A una partita di Omaha possono prendere parte da un minimo di due a un massimo di 9 giocatori. Ovviamente, ogni mano viene vinta dal giocatore col punteggio migliore o dall’ultimo giocatore rimasto dopo che tutti gli altri hanno fatto “fold“, cioè hanno lasciato la mano.
Del gioco esiste anche una versione più particolare denominata Omaha High/Low, dove il piatto viene equamente diviso tra i due giocatori che hanno rispettivamente la mano più alta e quella più bassa.
L’Omaha tradizionale, inoltre, è suddiviso in Limit, Pot Limit e No Limit. Nel primo, il numero massimo di puntate e di rilanci per ogni giro è fissato a quattro. Nel Pot Limit, invece, non è previsto un limite massimo al numero di rilanci effttuabili, tuttavia il loro valore non può mai superare quello del piatto. Nell’Omaha Limit, infine, i giocatori possono rilanciare tutte le volte che vogliono e il limite massimo è rappresentato dal valore delle chips detenute.
Si possono trovare tavoli di Omaha in Italia?
La risposta più ovvia, chiaramente, sarebbe quella di rivolgersi a un casinò americano. Negli Stati Uniti, infatti, l’Omaha gode di una fama paragonabile a quella del Texas Hold’Em, quindi chi sta programmando un viaggio negli States dalle parti di Las Vegas o Atlantic City non avrà difficoltà a trovare un tavolo. Nei casinò europei, invece, questo gioco è più difficile da trovare ma ciò non vuol dire che per giocare a Omaha si debba per forza salire su un aereo e attraversare l’Oceano. Tutti i principali casinò online AAMS, infatti, organizzano quotidianamente o settimanalmente tornei di Omaha multigiocatore e, in alternativa, è possibile prendere parte ai cash game, ovvero partite dove si gioca in contanti o utilizzando chips da acquistare preliminarmente. Generalmente, qualunque casinò online che dispone di una sezione destinata al gioco del poker prevede anche dei tavoli di Omaha, ne sono un esempio 888, Titanbet, Sisal, Snai, Pokerstars, PokerYes, Betflag, William Hilll e tanti altri.
Fasi di gioco dell’Omaha
Big Blind, Small Blind e Preflop
Ogni partita a Omaha si svolge secondo le stesse modalità previste per il Texas Hold’em. Innanzitutto, ancor prima che vengano distribuite le carte, il giocatore posto immediatamente alla sinistra del mazziere deve obbligatoriamente puntare una somma di valore predefinito (lo Small Blind, il piccolo Buio), mentre il giocatore che lo segue deve versare una quota doppia (definita Big Blind, grande Buio).
A questo punto, si procede a distribuire quattro carte a ognuno dei giocatori che a turno devono decidere se continuare a giocare facendo Call (cioè vedendo e scommettendo una puntata dello stesso valore del Grande Buio) o rilanciare facendo Raise. È possibile lasciare la mano scegliendo il Fold, mentre il giocatore che ha piazzato il Big Blind può fare semplicemente Check (quello che dalle nostre parti si chiama Cip, ovvero continuare a giocare senza dover puntare altri soldi), oppure scegliere se vedere il rilancio degli altri, rilanciare a sua volta o fare Fold. Questa fase viene denominata comunemente Preflop.
Il Flop
Dopo questo primo giro di puntate, si svolge il Flop vero e proprio dove il dealer toglie la prima carta e pone sul tavolo tre carte scoperte che i giocatori potranno adoperare per realizzare delle combinazioni. Si tratta di una fase molto importante perché avere già un buon punteggio a questo punto potrebbe essere decisivo. A questo punto, i giocatori fanno un altro round di scommesse secondo le modalità descritte in precedenza.
Il Turn, il River e lo Showdown
Al termine, il mazziere ripete l’operazione descritta in precedenza scartando una carta e ponendone sul tavolo un’altra, denominata Turn. Questa fase è seguita da un nuovo giro di puntate e dal posizionamento della quinta e ultima carta comune, il River. Questo è il momento decisivo del gioco, perché adesso tutte le carte comuni sono sul tavolo e i giocatori devono semplicemente stabilire qual è la propria migliore combinazione e la strategia conclusiva. Una volta scoperte le cinque community card, ha inizio l’ultimo e decisivo giro di puntate che alla conclusione permetterà di girare tutte le carte e stabilire il vincitore.
Strategie per giocatori di Omaha
Sul piano strategico, l’Omaha è il classico gioco di poker dove la fortuna ha un ruolo importante, ma in cui i mind games svolgono una posizione di notevole rilievo. Per assurdo, un bravo giocatore di Poker potrebbe vincere anche senza guardare mai le proprie carte, ma semplicemente guardando in faccia gli avversari e leggendo le loro intenzioni. Ovviamente, si tratta di un’iperbole ma l’esempio deve servire a far comprendere quanto è centrale l’aspetto psicologico in questo gioco.
Scendendo su un piano più specifico, è chiaro che l’aspetto più problematico dell’Omaha è rappresentato dall’obbligo di scegliere una combinazione di due carte personali e tre carte comuni. Al di là del potenziale rischio di confusione tra Texas Hold’em e Omaha per chi è più abituato a giocare al primo, ci sono alcune situazioni tipiche in cui conviene fare molta attenzione. Ad esempio, può capitare di aver in mano tre carte uguali e di trovare la quarta tra le carte comuni: in questo caso il giocatore non solo avrà al massimo un tris, ma avrà già preclusa la chance di realizzare un poker perché le carte private utilizzabili sono sempre e solo due. Allo stesso modo, bisogna guardare con attenzione quando si ritiene di aver realizzato un colore o una scala, per le stesse motivazioni descritte in precedenza.
A prescindere da queste valutazioni, comunque, come del resto avviene in tutti i giochi di poker, la strategia migliore consiste nel nascondere il più possibile il proprio gioco o quanto meno nel confondere al massimo le idee agli avversari, soprattutto quando si vuole provare a imbastire qualche bel bluff.