Il Royal Hold’em è una versione poco conosciuta di poker con carte comuni. D’altra parte, già dal nome anche un giocatore poco esperto riesce a comprendere come questo gioco abbia parecchie connessioni con il Texas Hold’em, che sicuramente è la versione di community card poker che tutti hanno meglio presente. Il Royal Hold’em è un gioco piuttosto semplice e chi conosce le regole di altri giochi di poker non avrà difficoltà neanche con questa variante che, tuttavia, attualmente non è molto presente nei casinò online ma rappresenta comunque una variante molto divertente da giocare, utile magari anche nei periodi di festa quando la partitina a carte è un rito ormai cristallizzato nella tradizione.
Regolamento e caratteristiche principali
Il Royal Hold’em si può definire un Texas Hold’em con un numero minore di carte. In questo gioco, infatti, non si usa il consueto mazzo completo di carte francesi ma soltanto le carte che vanno dal 10 all’Asso, con le eliminazione di tutte le carte dal 2 al 9. Per questi motivi, il mazzo è ridotto a sole 20 carte e ciò comporta delle conseguenze precise. In primo luogo, il numero massimo di partecipanti per le partite dal vivo è pari a 6 giocatori.
Infatti, a ogni giocatore vengono distribuite due carte private e sul tavolo vengono disposte le cinque carte comuni. Se a queste si aggiungono le tre carte che ogni volta vengono scartate dal mazziere nel momento in cui si girano le carte del Flop, del River e del Turn, si arriva esattamente alla quota di 20 carte, ovvero il massimo disponibile. Diversamente, nelle partite online senza croupier reale, poiché il software non procede a scartare alcuna carta, è possibile ospitare un ulteriore giocatore, portando così il totale a 7 partecipanti.
Per quanto riguarda la formula di gioco, le regole sono praticamente le stesse rispetto al Texas Hold’em. Ogni giocatore riceve due pocket card coperte e dovrà formare poi una combinazione tenendo in considerazione anche le cinque carte comuni. I punteggi vanno dalla coppia alla Scala Reale e a tal proposito vanno segnalate alcune piccole particolarità determinate dall’esiguo numero di carte disponibili. Innanzitutto, in questo gioco il punteggio minimo è sempre rappresentato da almeno una coppia. Inoltre, in questo gioco praticamente non esiste il Colore, poiché ogni volta che un giocatore ha cinque carte dello stesso seme si realizza automaticamente una Scala Reale (visto che le carte sono solo di cinque tipi, ovvero 10, J, Q, K e A).
Analogamente a quanto avviene per le altre tipologie di giochi di poker, esistono delle regole specifiche riguardanti le puntate effettuabili durante le partite. Anche il Royal Hold’em, infatti, è giocabile nelle versioni Pot Limit, No Limit e Limit (o Fixed Limit).
- Pot Limit: si intende la regola in base a cui ogni puntata non deve superare il valore del piatto.
- No Limit: il giocatore può puntare quanto vuole, l’unico limite è rappresentato dalle chips disponibili.
- Limit o Fixed Limit: il tavolo ha un preciso limite massimo di puntate che non può essere superato.
Come si svolge una partita
Una mano di Royal Hold’em si svolge secondo le stesse modalità del poker texano. I giocatori seduti immediatamente dopo il Dealer piazzano rispettivamente lo Small Blind e il Big Blind e a questo punto vengono consegnate due carte coperte a ciascun giocatore che può decidere di fare Fold (lasciare la mano), giocare (Call) o rilanciare (Raise). Il primo round di scommesse precede il cosiddetto Flop, ovvero la rivelazione delle prime tre carte comuni seguita da un secondo giro di puntate.
Si arriva così al Turn e al River, ovvero le fasi in cui si rivelano la quarta e la quinta carta comune. Prima e dopo il River c’è spazio per altre due fasi di puntata, quelle decisive per la vittoria della mano. Ovviamente, anche nel Royal Hold’em si può vincere in due modi: ottenendo il miglior punteggio o inducendo tutti gli altri giocatori a fare Fold.
Strategie di base per il Royal Hold’em
La somiglianza con il Texas Hold’em permette di affermare che per giocare a Royal Hold’em è possibile applicare delle strategie praticamente uguali. Pertanto, oltre a rimanere concentrati sulle proprie carte e sulle possibili combinazioni da realizzare, bisogna tenere d’occhio anche il gioco degli avversari e intuirne le intenzioni. Allo stesso modo, bisogna badare a non dare molti indizi sulle proprie carte: una buona mano iniziale deve essere tenuta nascosta il più possibile in modo da attirare più pesci nella rete (ovvero convincere più giocatori a vedere il gioco e continuare a farli puntare) e mettere a segno poi dopo il River il classico Check-Raise, ovvero effettuare il rilancio a sorpresa per mettere in difficoltà gli avversari. Al contrario, una mano scarsa deve essere mascherata fino alla fine se si vuole realizzare un bluff efficace.
Quanto detto a proposito delle similitudini tra Royal e Texas Hold’em incontra un importante limite, tuttavia.
Se nel poker texano è piuttosto difficile realizzare punteggi alti e spesso ci si può aggiudicare un piatto anche disponendo soltanto di una coppia, nel Royal Hold’em le cose vanno in senso opposto. Lo scarsissimo numero di carte in gioco, infatti, rende molto probabili le combinazioni che normalmente siamo abituati a vedere raramente. Per questo motivo si consiglia di fare attenzione, perché generalmente una qualsiasi mano inferiore al Full deve essere considerata come un punteggio debole, a differenza di quanto avviene solitamente nei giochi con o senza carte comuni che usano mazzi di carte più ampi. Per questo motivo, è meglio utilizzare una strategia d’attacco con puntate forti solo se si ha in mano almeno un Full o se si è capito che gli avversari non hanno delle carte particolarmente buone e si vuol provare a fregarli bluffando.